La sesta edizione di EcoForum ha offerto l’occasione per la tematizzazione di alcuni punti centrali per lo sviluppo dell’economia circolare nel nostro Paese: dal superamento dell’emergenza rifiuti grazie alla realizzazione di nuovi impianti di riciclo e riuso, al via libera sui decreti End of Waste fino all’obbligatorietà per tutti i Comuni dell’applicazione della tariffa puntuale.
“Lo scopo principale del CONOU, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati – ha commentato il presidente Paolo Tomasi – è stato fin da subito sottrarre un rifiuto pericoloso alla dispersione nell’ambiente, avviandolo alla rigenerazione e al riutilizzo. Il Consorzio si è reso artefice di una vera e propria rivoluzione ambientale e culturale, la rivoluzione dell’economia circolare, che passando attraverso l’ottimizzazione dell’intera filiera, ha conseguito risultati ineguagliati a livello nazionale e in Europa. Oggi, grazie al Consorzio e alla sua organizzazione, viene raccolto oltre il 99% dell’olio minerale usato raccoglibile, di questo ben il 99% è avviato a rigenerazione. Un sistema che ha consentito, negli oltre 35 anni di attività, di raccogliere 6 milioni di tonnellate di olio lubrificante usato, rigenerarne 5,3 milioni di tonnellate dalle quali sono state prodotte 3 milioni di tonnellate di oli base, con un risparmio di 3 miliardi di euro sulla bilancia energetica nazionale”.
“Il Paese deve archiviare definitamente la stagione del monopolio delle discariche – ha aggiunto il presidente di Legambiente Stefano Ciafani – ma per farlo concretamente e su tutto il territorio nazionale deve utilizzare la leva economica e costruire l’alternativa impiantistica. È arrivato il momento di cambiare la legge sull’ecotassa per lo smaltimento in discarica per tartassare questo vecchio sistema di gestione dei rifiuti, ma è fondamentale anche costruire nuovi impianti di riuso e riciclo dei rifiuti spesso osteggiati come se fossero impianti inquinanti. Sbaglia chi pensa che l’opzione rifiuti zero in discarica corrisponda alla costruzione di zero impianti, quando in realtà se ne devono costruire mille nuovi”.