L’attività di recupero degli oli usati ha impatti positivi sull’economia italiana, soprattutto grazie alla riduzione del fabbisogno di materie prime. Le circa 184 mila tonnellate di oli usati rigenerate nel 2021 hanno apportato un risparmio di 82,6 milioni di euro sulla bilancia commerciale degli approvvigionamenti petroliferi del nostro Paese. Un contributo di particolare rilievo in considerazione dalla crisi legata al conflitto in Ucraina e alle fluttuazioni dei prezzi dei beni energetici.
Non solo. L’impegno sostenibile del Consorzio ha generato un impatto economico totale pari a 68 milioni di euro e dato lavoro a 1.231 persone (compreso l’indotto) lungo la Filiera.
In questi mesi, da più parti si è evidenziata una riserva per l’ormai inevitabile transizione da un modello lineare a uno circolare, esprimendo preoccupazione per possibili ripercussioni negative sul mercato del lavoro nazionale. Eppure l’esperienza del CONOU, con i suoi nuovi posti di lavoro creati, ci racconta il contrario. Tutto questo grazie a un percorso di crescita ispirato ai princìpi dell’economia circolare che ha riguardato la Filiera del Consorzio e, più in generale, tutte quelle del settore.
L’evoluzione nella gestione dei rifiuti industriali ha infatti stimolato la crescita delle imprese concessionarie e di rigenerazione in termini di competenze e professionalità, indispensabile per guidare il processo di crescita sostenibile, in termini ambientali, economici e sociali.