Come parlare di sostenibilità e tutela dell’ambiente ai giovani? Il quesito pone senz’altro una serie di interrogativi stimolanti. Se pensiamo ad esempio ai ragazzi nati negli anni Duemila vediamo oggi una diffusa attenzione ai temi ecologici, alla salvaguardia del nostro Pianeta, seppure le conoscenze specifiche in campo ambientale non siano troppo approfondite. Un’apparente contraddizione che segnala gli ampi margini di crescita della coscienza green delle giovani generazioni e che ha dato spunto a “Green League Missione Sostenibilità”, la proposta educativa formulata per il mondo della scuola dal CONOU, il Consorzio Nazionale degli Oli Usati, con la collaborazione di WeSchool, l’azienda EdTech leader in Italia nell’innovazione della didattica in scuole, università e aziende. Con due milioni di studenti e 230 mila docenti, WeSchool promuove corsi di formazione per i docenti sulle nuove metodologie didattiche, contenuti per sviluppare le competenze del terzo millennio e una piattaforma collaborativa per potenziare l’insegnamento in aula.
Dal cambiamento climatico, al riciclo dei rifiuti, all’economia circolare fino al greenwashing e alle energie rinnovabili, il progetto del Consorzio ha finora raggiunto più di 1.300 studenti in oltre 60 classi medie in tutto il nostro Paese, dalla Lombardia alla Sicilia, proponendo un percorso di edutainment che coniuga l’aspetto didattico con quello ludico per trasmettere agli studenti un set di conoscenze in tema di ecologia in modo semplice e divertente.
Abbiamo discusso di Green League Missione Sostenibilità insieme a Federica Leotta, responsabile in WeSchool del team Education, l’area di lavoro che idea e sviluppa corsi di formazione rivolti ai docenti e progetti per portare valore nelle scuole sui temi della sostenibilità, del digitale, dell’inclusione e dell’orientamento al lavoro, per approfondire le finalità del progetto e il rilievo per il mondo della scuola. Leotta ha studiato Economia e Gestione per l’arte e la cultura all’Università Bocconi, maturando un’esperienza internazionale presso la University of California e la National University di Singapore e lavorando in Spagna e in Svezia.
Come è nato il progetto “Green League Missione Sostenibilità” e qual è il suo valore aggiunto?
L’iniziativa scaturisce dalla volontà di mettere a fattor comune l’esperienza ambientale del CONOU con quella didattica di WeSchool. Le due sfere, ambiente e formazione, sono sempre di più oggi complementari e questo progetto congiunto è stata l’opportunità per lavorare su una proposta condivisa per gli studenti e gli insegnanti. I giovani oggi hanno dimostrata un’elevata sensibilità agli argomenti legati alla tutela ambientale ed hanno maturato un’idea della sostenibilità senza però aver avuto la possibilità di organizzare in modo definito questo tipo di conoscenze. Quindi portare nell’ambito scolastico queste tematiche ha rappresentato una sfida stimolante, non soltanto perché era necessario trovare una chiave didattica per parlarne ai ragazzi ma anche perché era determinante coinvolgere i docenti stessi in un percorso nuovo e per certi versi inedito.
In che modo WeSchool ha supportato lo svolgimento del progetto didattico e qual è stato il rapporto con il gruppo degli insegnanti?
Abbiamo fornito una rete di sostegno continuativo ai docenti, che hanno potuto contare sulla community online ospitata all’interno della piattaforma WeSchool che è una vera e propria sede di confronto e dialogo attivo tra la nostra struttura e il mondo delle figure educanti. Proponiamo infatti ai nostri partner e alla scuola un modello didattico innovativo, capace di superare i tradizionali meccanismi dell’istituzione scolastica, finalizzato a promuovere la crescita sia degli studenti che degli stessi docenti. La piattaforma digitale che mettiamo a disposizione degli insegnanti in questo senso costituisce uno strumento molto importante perché consente di dare ampia diffusione alle proposte didattiche, interessando una comunità ampia che stabilisce e rafforza la connessione tra colleghi di istituti differenti e magari distanti perché provenienti da regioni diverse. Tutto questo genera naturalmente relazioni e scambi proficui a tutto vantaggio della circolazione di nuove idee e proposte.
Possiamo dire che la proposta del Consorzio va oltre il mondo della scuola. In che senso?
La sfida era quella di elevare i temi “green” a conoscenze trasmissibili in aula in una modalità facilmente accessibile per l’insegnante e fruibile e interessante per i ragazzi. Nella logica dell’iniziativa lo studente è sempre al centro dell’esperienza didattica perché è chiamato in causa dall’inizio alla fine del percorso, essendo invitato ad essere agente attivo della lezione mettendo alla prova le proprie capacità creative e di cooperazione in attività di gruppo tutte dedicate al digitale, subito dopo aver terminato la sezione di gioco. Grazie all’esperienza pratica che chiude il ciclo didattico, i ragazzi sono diventati protagonisti di un apprendimento collaborativo e hanno potuto esprimere le proprie competenze e attitudini. In questa dinamica di sana competizione tra classi, testimoniata dagli intensi scambi di consigli e complimenti reciproci degli insegnanti online, ciascun alunno è stato naturalmente responsabilizzato a lavorare condividendo gli scopi e le esigenze del suo gruppo, maturando sia dal punto di vista personale che di collettivo. È stato interessante poi cogliere i riflessi positivi del progetto dai commenti dei docenti: abbiamo saputo di studenti che hanno riportato anche in ambito familiare l’esperienza svolta in classe, cercando un confronto diretto con i propri genitori e allargando così la riflessione al di fuori del contesto scolastico. Questi feedback sono particolarmente rilevanti perché ci danno non soltanto la dimensione del successo di quanto proposto ma sono anche un segno tangibile della capacità del progetto di generare una relazione estesa tra scuola, studenti e famiglie.
Abbiamo parlato della crescita dei ragazzi. Quale il ruolo degli insegnanti invece?
Questo percorso formativo realizzato insieme al Consorzio propone al docente di calarsi in parte in un ruolo diverso da quello consueto. Intendo dire che l’insegnante è chiamato a sfidare sé stesso, calandosi in un’esperienza nuova che gli fa scoprire ulteriori possibilità di formazione per le proprie classi facendogli abbracciare competenze che magari non aveva approfondito prima. Non possedendo in molti casi una preparazione verticale e specifica in materia ambientale, il docente è messo alla prova e quindi stimolato ad accettare a sua volta un proprio obiettivo di crescita professionale facendosi figura promotrice del processo evolutivo della scuola.