Anche il CONOU tra le eccellenze dell’economia circolare italiana presenti allo Young Innovators Business Forum curato da Rinnovabili.it
Quando si tratta di economia circolare, l’Italia è una vera e propria potenza, piazzandosi davanti a Spagna, Francia, Germania e Polonia grazie ad un’elevata percentuale di riciclo dei rifiuti, un buon tasso di utilizzo della materia prima seconda e un’ottima produttività delle risorse.
Lo Young Innovators Business Forum, ha spiegato Mauro Spagnolo direttore del quotidiano Rinnovabili.it: “Vuole fornire un quadro più obiettivo e attuale possibile su quella che è la situazione dell’economia circolare in Italia”, settore nato all’insegna delle nuove tecnologie e della capacità di innovare. Come ha sottolineato il recente report di Circular Economy Network ed Enea, oggi la nostra nazione è il primo paese in Europa per quota di rifiuti avviati al riciclo, con un 73% contro una media in Europa di poco più del 50%. E sempre il primo in Europa per i valori pro capite, con ben 969 kg di rifiuti riciclati ogni anno per abitante.
Questi numeri sono possibili grazie al contributo delle filiere dell’economia circolare italiana, come quella del CONOU, che dal 1984 raccoglie e rigenera gli oli minerali usati evitandone la dispersione nell’ambiente. Anche il Presidente Riccardo Piunti è intervenuto durante l’evento dichiarando: “Nasciamo 40 anni fa sul principio della responsabilità estesa del produttore” – e aggiunge – “Ci occupiamo di raccogliere a titolo gratuito l’olio minerale usato in 103mila punti diversi in Italia, dai meccanici alle fabbriche”.
E una volta raccolto, il Consorzio lo rigenera in un processo che permette di ottenere un prodotto di serie A, della stessa qualità dell’olio vergine. In Europa, togliendo il dato italiano, arriva alla rigenerazione solamente il 55 per cento degli oli minerali usati (e non sempre con buoni risultati finali); il resto viene bruciato. Grazie all’attività del CONOU, l’Italiapuò vantare una percentuale di rigenerazione del 98-99% e un’elevata qualità che ne permette la reimmissione nel ciclo produttivo. Non solo. “Raccogliendo olio minerale dalla ‘miniera’ del rifiuto oltre a ridurre l’impatto ambientale, risparmiamo oltre 130 milioni all’anno di importazioni di petrolio in Italia”.
Tra gli stakeholder partecipanti all’evento anche altri consorzi che operano ogni giorno sul territorio nazionale. Come Erion, organizzazione multiconsortile che si occupa di RAEE, accumulatori e pile, rifiuti tessili, rifiuti di imballaggi, rifiuti dei prodotti del tabacco. “Ci occupiamo di economia circolare – ha spiegato Danilo Bonato, Direttore generale ERION Compliance Organization – che è l’unica economia possibile, non solo perché disaccoppia la crescita dall’uso delle risorse, ma anche perché è una fucina di opportunità per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico”.
Altra eccellenza italiana, che ha inglobato l’innovazione nel suo DNA, è il COBAT. “Cobat nasceva 30 anni fa come consorzio obbligatorio per la raccolta delle batterie al piombo”, ha spiegato nel suo intervento Michele Zilla, Amministratore delegato COBAT. “Dopo 30 anni nessuno si pone più il problema di come intercettare e riciclare questa risorsa”. E oggi “tutte le batterie che acquistiamo nelle nostre officine sono fatte con piombo riciclato. La curva di conoscenza del prodotto ha permesso al sistema economico di svilupparsi”.
Sul palco dello Young Innovators Business Forum è salito anche il CIB, il consorzio che rappresenta il comparto italiano della produzione di biogas e biometano in agricoltura. “Da quando è stata sviluppata la digestione anaerobica è possibile ridurre la produzione di rifiuti organici”, ha sottolineato Christian Curlisi, Direttore del CIB. “Le nostre aziende recuperando i reflui zootecnici, gli scarti di lavorazione delle industrie agroalimentari e quelli delle produzioni agricole, vanno a valorizzare il rifiuto estraendo tutte le componenti utili che poi diventano energia elettrica, calore, biometano per i trasporti o per gli usi finali. Questo ci ha permesso negli anni di capire, grazie allo sviluppo tecnologico e alla ricerca e all’intraprendenza dei soci CIB che non era un’economia circolare chiusa su sé stessa”.
Il talk si è concluso con l’impegno di ritrovarsi tra un anno per analizzare i progressi dell’economia circolare italiana, le nuove tecnologie di sviluppo, e il contributo degli stakeholder della sostenibilità del nostro paese.