Un quadro largamente favorevole, che raccoglie tante note positive per il nostro Paese in termini di capacità di riciclo dei rifiuti. Dalla carta al legno, dalla plastica al vetro, dall’alluminio all’acciaio, l’Italia registra tassi di riciclo elevati che la collocano ai primi posti in Europa. Risultati, evidenziati dal rapporto “L’Italia del Riciclo 2019” a cura della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile presentato venerdì scorso a Roma, che sono frutto del lavoro delle diverse filiere che gestiscono l’avvio a nuova vita dei rifiuti: negli ultimi dieci anni, periodo analizzato dal documento, i rifiuti totali prodotti sono passati da 155 a 164 mln di tonnellate (+6%) mentre il riciclo è cresciuto da 76 a 108 mln di tonnellate (+42%). Una maturazione importante del sistema che ha portato a garantire ogni anno all’industria nazionale 12 milioni di tonnellate di materie prime. Tra le eccellenze anche quella della filiera dell’olio minerale usato, ormai vicina alla raccolta del 100% dell’olio raccoglibile e avvia a rigenerazione pressoché la totalità del rifiuto raccolto.
Presentano invece ampi margini di miglioramento in termini di raccolta i RAEE e le pile (42% contro l’obiettivo del 65% fissato per il 2019), mentre il reimpiego e riciclo dei veicoli fuori uso ha visto solo un lieve incremento dal 2009.
Se l’Italia sembra dunque ben strutturata dal punto di vista organizzativo, sarà necessario prepararsi al meglio al recepimento delle nuove direttive europee in materia di economia circolare, migliorando la qualità della raccolta differenziata urbana ancora carente in diverse aree del Paese, promuovendo la realizzazione di nuovi impianti di avvio al riciclo dei rifiuti e definendo un pacchetto di norme complessivo sul tema dell’end of waste.